Sconfiggere la fame è uno dei 17 obiettivi posti dall’Agenda 2030, per la precisione è il goal numero 2: stabilisce intenti mirati al raggiungimento della sicurezza alimentare, al miglioramento della nutrizione e alla promozione di metodi di produzione agricola sostenibile.
Sconfiggere la fame e promuovere sistemi agricoli e filiere alimentari sostenibili significa infatti combattere la povertà, ma anche preservare la salute, tutelare le risorse naturali, creare un sistema agricolo innovativo e meno impattante dal punto di vista energetico, ridurre le disuguaglianze, dare a tutti la possibilità di avere un grado di istruzione e un’occupazione adeguata.
Solo in Italia oggi 7 cittadini su 10 ammettono di gettare via cibo.
Tuttavia, se è ormai assodato che il cibo cestinato costituisca una vera e propria emergenza, c’è minore consapevolezza sulle strategie utili per evitare questi sprechi. Secondo l’Osservatorio Waste Watcher, 1 italiano su 3 dichiara di non avere le idee chiare sulle fonti di buone pratiche per prevenire gli sprechi alimentari.
Tuttavia negli ultimi anni, l’attenzione verso il tema dello spreco alimentare è cresciuta sia all’interno di tutta la filiera agroalimentare sia tra i consumatori. Non a caso, sono in continuo aumento le donazioni di cibo ancora commestibile, risultando come un’alternativa valida contro lo spreco alimentare.
Ad oggi il tema dello spreco alimentare e della fame nel mondo è molto discusso, non a caso il Festival dello Sviluppo Sostenibile tenuto da ASVIS, in questi giorni, ha dedicato al secondo goal “Sconfiggere la fame” un incontro dal titolo “Cibo & sostenibilità: come accelerare un futuro sostenibile?”. Durante l’evento, organizzato da Barilla Center For Food & Nutrition in collaborazione con il Gruppo di lavoro sul Goal 2 dell’ASviS, si è affermato che:
“Con i giusti accorgimenti e le opportune modifiche, le città possono diventare colonne portanti della sostenibilità alimentare (e non solo)”.
Si ricordi che la pandemia da COVID-19 ha fatto emergere numerose criticità in merito all’alimentazione nelle città, esponendo le fasce più vulnerabili della popolazione a varie forme di povertà e insicurezza alimentare. Milano, per esempio, ha dovuto fronteggiare un importante aumento delle richieste di assistenza alimentare. Al tempo stesso, la crisi ha mostrato come le città possano giocare un ruolo centrale nella governance alimentare per fornire a tutti cibo sano e sostenibile.
“TUTTI PARLIAMO DI SOSTENIBILITÀ, POCHI LA REALIZZANO CONCRETAMENTE OGNI GIORNO”.
Comincia così l’intervento, tramite un messaggio video di Teresa Bellanova, Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, al convegno “Cibo & sostenibilità” tenutosi sui canali social di Asvis. La ministra durante l’intervento afferma:
“La pandemia ci ha fatto scoprire come l’accesso al cibo non debba essere dato per scontato, grazie all’impegno della filiera produttiva che non si è mai fermata abbiamo avuto sempre alimenti a disposizione dei cittadini. Fame zero è un obiettivo che riguarda anche le nostre città, più di 4 milioni persone in Italia mangiano grazie agli aiuti alimentari e allo straordinario lavoro dei volontari degli enti caritativi“.
“Tutte le produzioni coinvolte registravano eccedenza legata allo scoppio della pandemia e alla chiusura dei ristoranti; abbiamo quindi salvato cibi eccellenti dallo spreco e li abbiamo destinati al recupero con distribuzione gratuita a chi ne aveva bisogno. È un modello che poteremo in Europa come buona pratica per ridurre gli sprechi alimentari e raggiungere l’obiettivo di Fame Zero al 2030″.
Anche noi di Condivido per non sprecare, grazie al lavoro di divulgazione attraverso il nostro blog e le attività di sostegno al CAIR (soprattutto durante l’emergenza COVID-19 nei mesi del lock-down), continuiamo a sostenere il goal n. 2 dell’Agenda 2030. Qui puoi leggere le buone pratiche per un’alimentazione sana e soprattutto senza sprechi, piccoli consigli che cerchiamo di trasmettere a tutti i nostri lettori: non sono solo utili ma anche semplici da seguire per cambiare modo di alimentarsi.
Il nostro lavoro naturalmente non si limita a quello di sensibilizzazione. Nel corso dell’emergenza COVID-19 e non solo, insieme a Caritas Diocesana di Napoli, CAIR e Ambiente Solidale, grazie al progetto Condivido la Solidarietà, abbiamo fatto ancora una volta rete per garantire ai meno fortunati l’accesso al cibo in uno dei momenti più difficili della nostra storia.
Nel corso del lock-down le richieste d’aiuto sono aumentate in modo esponenziale e il rischio di non poter aiutare tutti è stato sempre dietro l’angolo. Grazie al progetto Condivido la Solidarietà abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi per arginare questa emergenza senza lasciare indietro nessuno. Il nostro lavoro però continua ancora oggi.
Da diversi anni la Caritas Diocesana di Napoli, il Comitato Assistenza Istituti Religiosi (CAIR) e la cooperativa sociale Ambiente Solidale ONLUS collaborano per il programma di contrasto alla povertà alimentare, anche con il sostegno dei fondi dell’ 8xMille.
Infatti, mensilmente distribuiamo in media 1000 quintali di prodotti a circa 100 strutture caritative e mense del territorio: alimenti come latte, biscotti, polpa di pomodoro, riso, pasta provenienti dal Programma Operativo Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti attraverso AGEA , l’Agenzia per l’Erogazione in Agricoltura assicurando con professionalità interventi mirati per circa 50.000 persone bisognose.
“DA SEMPRE AIUTIAMO CHI DESIDERA AIUTARE”