È 19 novembre 2021 e siamo a Villa Fernandes, a Portici, e quello descritto non è solo il più classico dei rituali napoletani. Certo, riunirsi attorno a un caffè con gli amici vuol dire condivisione e convivialità e, in tal caso, anche qualcosa di più profondo e importante. Quei cinque caffè sono un simbolo: rappresentano un messaggio di rivalsa, di speranza, di lotta.
Durante la tiepida mattinata del 19 novembre, si svolge l’inaugurazione dell’iniziativa Facciamo un Pacco alla Camorra, giunta alla tredicesima edizione e organizzata dalla rete di NCO, Nuova Cooperazione Organizzata, consorzio di cooperative sociali che dona nuova vita ai beni confiscati alle mafie, restituendoli alla comunità.
Il gioco di parole all’interno del naming del progetto è tutto di matrice napoletana: “fare il pacco a qualcuno” in gergo significa truffare, imbrogliare; una terminologia ben nota alla malavita. Ed ecco il plot twist: è NCO (insieme alle cooperative) a fregare la camorra con un pacco molto speciale, contenente prodotti alimentari biologici come pasta, vino, pomodoro, conserve, confetture, olio e farina. Coltivati, prodotti e trasformati sul suolo che una volta apparteneva alla criminalità organizzata.
Nel pacco, in vendita sulla piattaforma Amasud.it, ci sono prodotti di associazioni e cooperative sociali della provincia di Caserta (Un fiore per la vita di Aversa, Al di là dei sogni di Maiano di Sessa Aurunca, Cantina Vitematta ed Eureka di San Cipriano D’Aversa, Albanova onlus a Cancello ed Arnone, Esperanto di Castel Volturno, La Strada di Teano), della provincia di Napoli (coop Lazzarelle), della provincia di Latina (coop Osiride), della provincia di Foggia (coop Pietra di scarto).
Il tema di questa tredicesima edizione è indubbiamente di assoluta rilevanza e attualità: la parità di genere. È una donna-albero, infatti, l’illustrazione che impreziosisce il pacco, nata dalla matita di Daniele Bigliardo, storico fumettista di Dylan Dog. E infatti, il palco di Villa Fernandes si è colmato con un parterre di sole donne, ognuna raccontando la propria testimonianza di come attraverso l’inclusione sociale e la legalità si possa giungere a un’economia sana ed etica.
Ad aprire le danze e coordinare la presentazione c’è Simmaco Perillo, Presidente di NCO, Nuova Cooperazione Organizzata: “Ogni anno il Pacco alla camorra non è semplicemente una vendita, è anche un’iniziativa di carattere culturale”.
Ad aprire dunque l’evento ci sono i saluti istituzionali. La parola passa così ad Antonio Capece, direttore di Villa Fernandes, che riassume la storia del Bene Comune di Portici e delle sue attività, sottolineando quanto sia appropriata e significativa la presentazione del Pacco alla Camorra proprio in quel luogo.
Il sindaco di Portici Vincenzo Cuomo esprime il suo orgoglio per il Consorzio NCO, mentre il Consigliere Regionale Carmine Mocerino lancia la notizia di una nuova proposta da portare al vaglio della Regione: valorizzare attraverso un riconoscimento concreto chi ha dedicato la propria vita al volontariato.
Dopo i saluti istituzionali, è ora il turno di personalità che rappresentano parte integrante di quest’avventura.
Salvatore Cuoci del comitato Don Peppe Diana che dedica un pensiero a tutte le donne che ogni anno vengono discriminate o subiscono violenze. Mariano Di Palma, referente di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, parla di una contro-cultura attiva che vive nei beni confiscati e che ritrova nel pacco un suo simbolo, ricordando le vittime innocenti di camorra.
Gianluca Sionne presenta il marketplace AmaSud che – come suggerisce il nome – è una sorta di Amazon rivolto esclusivamente alle regioni del sud Italia per svilupparne e migliorarne l’economia.
La parola passa dunque alle protagoniste della giornata: le cinque donne ospiti.
Il caffè di cui parlavamo all’inizio è il fil rouge di questa giornata. Viene consegnato a ciascuna delle donne presenti sul palco, ricordando che da quest’anno anch’esso sarà incluso nel pacco.
Dopo un sorso di caffè, ogni ospite prende la parola.
Valeria Del Piano, direttrice di NCO, descrive il pacco come la sintesi di tutto ciò che si fa nelle terre di Don Peppe Diana tutti i giorni: “si lavora la terra, se ne trasformano i prodotti, si comunica quello che si fa”. Prosegue raccontando il suo percorso professionale e il suo impegno in 15 anni nell’ambito dei beni confiscati.
È ora il turno di Mary Colonna, che ha raccontato la tragica storia di suo fratello Ciro, ingiustamente e inspiegabilmente assassinato dalla camorra il 7 giugno 2016 a Ponticelli.
Imma Carpiniello, rappresentante della Cooperativa Lazzarelle, racconta la storia della sua cooperativa, nata come progetto per il carcere femminile di Pozzuoli e che si occupa di produzione di caffè.
Poi è il turno di Mercedes Nicoletti, da Rimini, che alla domanda “che ci fai qua?” risponde: “Ho incrociato la strada di NCO attraverso la Cooperativa Al di là dei sogni e racconta di come il Consorzio l’abbia aiutata a crescere sia professionalmente che umanamente.
Infine, Tina Cioffo, giornalista antimafia, ci racconta com’è scoccata la scintilla che ha fatto nascere in lei la passione per il suo mestiere – che oscilla costantemente tra la promozione di iniziative e le denunce di ingiustizie – e di come è partita l’avventura del Comitato Don Peppe Diana. Inoltre, sottolinea come le donne siano testimoni e narratrici del cambiamento.
Dopo le conclusioni dell’Assessore alla Legalità, Sicurezza ed Immigrazione della Regione Campania, Mario Morcone che ribadisce l’importanza di promuovere le buone pratiche, è il momento di uno scatto finale delle protagoniste, ognuna con in mano uno dei pacchi oggetto dell’iniziativa.
Una fotografia che immortala una mattinata da ricordare, ricca di testimonianze, molteplici punti di vista e storie che sottolineano l’importanza di crescere, lottare e cambiare per perseguire i propri obiettivi.
Cambiare per diventare altro, in meglio. Cambiare com’è cambiata villa Fernandes; com’è cambiato in quel giorno il senso etimologico di “fare il pacco”; com’è cambiato il contenuto stesso di quel pacco, protagonista di una giornata che gli spettatori, sia dal vivo che online, siamo certi, non dimenticheranno.