Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo va perso o sprecato nel passaggio fra il produttore e il consumatore. In Europa, in particolare, ogni anno si generano circa 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, il 10% di questi è causa delle incertezze sulle scadenze alimentari.
Facciamo allora un po’ di chiarezza sulle vere scadenze alimentari, con qualche consiglio pratico, in modo da evitare lo spreco.
La prima difficoltà in cui si imbattono i consumatori è la differenza tra le due principali etichette poste sulle confezioni degli alimenti che possono arrecare molta confusione, ma per fortuna ci siamo noi a spiegarvi l’arcano, seguendo le linee guida fornite dall’European Food Safety Authority.
La prima etichetta che siamo abituati a trovare sugli alimenti recita “da consumarsi preferibilmente entro il” o “entro fine” e NON indica una data di scadenza, bensì il termine minimo di conservazione (TMC). Quel “preferibilmente” indica che oltre la data riportata la qualità del prodotto può abbassarsi, ma resta comunque commestibile se correttamente conservato e se la confezione è integra e non mostra punti danneggiati o rigonfiamenti. Alimenti che hanno superato questa data, non essendo scaduti, possono essere quindi consumati (dopo aver aperto la confezione e averne controllato odore e sapore) senza rischi per la salute o essere donati ad associazioni caritative. La dicitura la troviamo su alimenti congelati, refrigerati, essiccati (come pasta o riso), o conservati in scatola, vetro o latta come, ad esempio, l’olio.
Quando troviamo l’etichetta “Da consumarsi entro il” il discorso cambia. Questa ci preannuncia una vera data di scadenza, entro la quale il cibo si può vendere e consumare. Oltre la data indicata potrebbero comparire microrganismi che non solo portano ad alterare il gusto, l’odore e l’aspetto dei prodotti, ma possono anche renderli nocivi. Tra questi troviamo la carne e il pesce freschi, il latte, lo yogurt, le uova e tutti gli alimenti facilmente deperibili, da conservare solitamente in frigo e comunque per un tempo limitato. Nonostante ciò, ci sono alcune precauzioni che possiamo adottare per evitare di gettare via questi alimenti quando sono ancora buoni, ovviamente affidandosi sempre ai propri sensi. Se l’odore o l’aspetto di un cibo non vi convince, meglio non consumarlo.
Abbiamo dunque visto le differenze fra le due diciture, ma il nostro viaggio nel mondo delle scadenze alimentari non termina qua. Seguiteci per i prossimi aggiornamenti, in cui si parlerà di alimenti deperibili e non deperibili.